Recco

Foto di Roberto Zanleone

La cittadina rientra nell’Area Metropolitana di Genova e oggi è il più importante degli agglomerati urbani che costituiscono il comprensorio del rinomato Golfo Paradiso, quell’arco della costa ligure che va da Bogliasco al promontorio di Portofino. Situata nel fondovalle dell’omonimo torrente e circondata da colline verdi di olivi e boschi di castagni, ha sempre avuto una forte vocazione commerciale. Si presenta agli occhi del visitatore con un aspetto moderno. Non presenta cioè le caratteristiche tipiche di un borgo genovese della costa come può essere Camogli. Il motivo è legato ai tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale, che hanno portato alla distruzione quasi completa di quella che fu la vecchia città. Nel 1945, al termine del conflitto, era rimasto in piedi solamente il 3% dell’intero centro abitato. Nessun centro può annoverare il suo numero di abitanti (vicino ai 10mila) e i servizi pubblici e privati di cui dispone e offre. Recco è considerata la piccola “Capitale del Golfo Paradiso” ed è conosciuta come la “Capitale gastronomica della Liguria” per via della sua cucina, in particolare grazie alla focaccia col formaggio. Nel corso di settant’anni, dall’inizio della ricostruzione a oggi, prestigiosi sono i risultati che la città ha ottenuto nel campo del turismo (nell’ambito gastronomico con la focaccia col formaggio), dello sport (nell’ambito della pallanuoto, del judo e del rugby) e del folklore (gli spettacoli pirotecnici del 7 e 8 settembre per cui è conosciuta in ambito nazionale e internazionale). In più, nei decenni, ha raccolto fra i suoi residenti l’umanità di più diversa provenienza e storia ed essendo già naturale punto di convergenza della popolazione di un’intera vallata, è diventata ormai capofila di una visione intercomunale.

Foto di Roberto Zanleone

Recco ha origini antichissime. Era una stazione militare posta sulla strada consolare realizzata nel 110 a. C. dal console Emilio Scauro. Il suo nome (che allora era Ricina) è riportato nella Tabula Peuntingeriana, una mappa redatta nel 226 d. C. nella quale furono tracciate le strade militari dell’Impero Romano e le varie stazioni. Assieme a Camogli, Uscio e Rapallo fu una delle quattro Pievi assegnate in dote, nell’Alto Medioevo, ai vescovi di Milano in fuga a Genova davanti alle orde longobarde. Nel 1100, ribellatasi a coloro che la amministravano per conto dei vescovi milanesi, aprì le porte all’espansionismo genovese e volle unire le sorti dei suoi cittadini a quelle di Genova. Come altri centri della Riviera rimase fedele alla città dominante per cinque secoli. Si oppose duramente nel tempo alle tante invasioni saracene. Sono rimasti famosi i suoi cantieri navali, da dove vennero varati nel XIX secolo numerosi e grandi velieri che resero famosa la marineria ligure e la prima nave a vapore della marina sardo-piemontese. Si racconta che nella prima metà del 1800 Camillo Benso, conte di Cavour, fosse spesso a Recco per incontrare segretamente l’amante Anna Schiaffino Giustiniani presso la villa di lei. Si dice anche che Goffredo Mameli trascorse parte della sua vita in una villa di famiglia a Polanesi, sulle alture della città, e in quel luogo abbia composto parte dell’inno nazionale italiano. La vecchia Recco venne completamente distrutta da ventisette bombardamenti tra novembre 1943 e agosto 1944. Per i fatti della guerra e per la ricostruzione, la città è stata decorata di Medaglia d’oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1993.